12 dicembre 2008 PRIMO PIANO - Copertina
La Costituzione non si tocca
"I principi fondamentali della Costituzione sono fuori discussione e nessuno può pensare di modificarli o alterarli".
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, risponde indirettamente alla volontà formulata da Silvio Berlusconi di cambiare la Costituzione senza il bisogno dell'opposizione.
"Per quanto si discuta" su quanto è possibile o opportuno modificare e che cosa no, ribadisce Napolitano al Quirinale dove ha ricevuto i rappresentanti del Fondo ambientale italiano, le fondamenta della Carta non possono comunque essere toccate."
Anche oggi il Capo dello Stato, con parole sagge e equilibrate, ha rimesso ordine in un dibattito che, non certamente per causa nostra, si era sviluppato attraverso strappi e dichiarazioni fuori luogo".
Anna Finocchiaro, Presidente del gruppo Pd a Palazzo Madama, commenta le parole di Napolitano e ricorda agli interlocutori della maggioranza che "I principi fondamentali della nostra Carta costituzionale sono immodificabili e per noi rimangono sempre validi e attuali".
E' bene che la maggioranza lo tenga a mente anche quando paventa la possibilità di andare avanti senza cercare di consultare tutto le forze chiamate a rappresentare il popolo italiano in Parlamento.
“La Costituzione è inclusiva - ricorda Gustavo Zagrebelsky, costituzionalista e presidente emerito della Corte costituzionale in un'intervista a Repubblica - Non è scritta da chi vince contro gli sconfitti.
La Costituzione non si occupa di chi sia il vincitore. Scrive principi per tutti, garantisce i diritti di tutti”.
L'art. 138 della Costituzione, infatti, prevede che le riforme costituzionali debbano essere approvate con un ampio consenso raccogliendo il voto della maggioranza e di una parte dell'opposizione.
Cioè, ricorda ancora Zagrebelsky, tale consenso qualificato, era destinato a fare in modo che “la Costituzione, la sua manutenzione, le sue modifiche” non fossero ad appannaggio della pura maggioranza.
“Poi però – ed è questo il problema sottolineato dal costituzionalista - le leggi elettorali hanno cambiato il sistema politico, polarizzandolo su due sponde e ora chi ha il sopravvento nella competizione elettorale e conquista la maggioranza si fa da sé le riforme costituzionali".
"Mi appare incredibile - conclude Zagrebelsky - che si vada avanti su una strada così pericolosa e non ci siano voci responsabili che denuncino il pericolo, anche all'interno della maggioranza".
sabato 13 dicembre 2008
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