Il Paese prima di tutto"
L'elezione di Obama ha cambiato alla radice la storia politica che viene dal '900".
Walter Veltroni, nel suo intervento alla giornata di studi promossa dal Partito Democratico su elezioni americane e crisi finanziaria, parla del grande passaggio che la storia si trova ad affrontare: il memorabile voto americano, ora tanto carico di aspettative, e una crisi finanziaria economica dai risvolti imprevedibili e preoccupanti.
Due eventi che, proprio perché così radicali e di segno opposto, possono rappresentare una reale cesura capace di determinare un nuovo tempo della storia.Un tempo che si caratterizza dalla necessità , sottolineata proprio dall’esperienza d’oltre oceano, di “due grandi campi politici che diano risposte a questa società e non a quella del Novecento. Prima si comporranno “meglio sarà per l'Europa". Da questo punto di vista il Partito democratico, sottolinea Veltroni, "è una grande forza democratica libera dai condizionamenti del passato che fa politiche anche più radicali" dei partiti tradizionali. Secondo il leader democratico dunque, bisogna saper "mettere insieme le energie migliori" che ci sono in campo capaci "di mettere a punto nuove risposte che devono caratterizzare due nuovi campi" politici. Questa è la scommessa del Pd: “costruire una grande forza democratica, libera dai condizionamenti del '900 capace ad esempio di fare politiche inclusive più libere. Perché la cosa peggiore non è la moderazione, ma il moderatismo del '900 in caccia di legittimazione".Ma “il nuovo tempo della storia”, come titola l’appuntamento organizzato dal PD, non passa solo attraverso la riorganizzazione della politica ma anche attraverso un nuovo e responsabile approccio verso l’economia. Per il segretario democratico alla "grave crisi economica e finanziaria", infatti, si deve risponde con "un nuovo modello di regole" che disciplini il mercato e al cui interno, però, viga "la massima libertà e nuovi e più avanzati sistemi di concorrenza".Ma prima, bisogna affrontare la grande crisi che rischia di far implodere l’economia. Per farlo, Veltroni indica quattro interventi prioritari a sostegno della crescita: "innanzitutto la riduzione delle tasse, agendo subito su quelle sul lavoro" e quindi "sostenere in consumi delle famiglie"; in secondo luogo, bisogna mettere in atto "una politica europea di riduzione dei tassi, per ridare ossigeno alle imprese". In terzo luogo, prosegue Veltroni, "serve una politica di investimenti e di sostegno alla competitività". Infine, è necessario agire "sulla riduzione della spesa pubblica, da praticare seriamente, non attraverso spot o annunci ma un'operazione di risanamento drastico". La ricetta del Partito Democratico dunque è chiara: "bisogna puntare su ricerca, innovazione e infrastrutture”.Walter Veltroni chiede al governo di varare subito misure anticrisi, mettendo in conto anche un rinvio del pareggio di bilancio, come hanno deciso di fare altri Paesi europei quali la Germania. ''E' urgente - ha puntualizzato il leader del Pd - una politica di crescita” ed è drammatico che dal governo non arrivi nulla in questo senso. “Non c'è - sottolinea Veltroni - né il decreto per le banche, né una misura per le famiglie e l'economia. Il governo - ha proseguito - ha parlato di 80 miliardi, ma non si capisce dove sono, forse sbucano dalla finanza creativa''.E’ duro il giudizio di Veltroni sul governo: primo perché povero di soluzioni reali per il futuro del Paese; secondo perché l’esecutivo sta commettendo ''un grave errore'' nel pensare di affrontare la crisi economica cercando di dividere il Paese. ''La ricerca di convergenze - rivendica Veltroni - non può essere affidata solo all'opposizione, anche se per noi è facile, perché per noi c'e' il Paese prima di tutto''.Le soluzioni proposte dal PD, però, non possono prescindere da una politica a livello globale, che eviti un "neopopulismo” che prenda il posto del parlamentarismo, a causa del rompersi del rapporto tra controllo e decisione. E’ questo il pericolo maggiore che il segretario PD vede sia in Europa che nel mondo. "Va configurandosi una nuova democrazia totalitaria – dice - in cui viene meno l'equilibrio tra le funzioni di governo e di controllo parlamentare" perché "le regole della democrazia vengono considerate da chi è al potere e dall'opinione pubblica, bisognosa di risposte in tempi rapidi e certi, una sorta di ostruzione" alle decisioni. Per questo è necessario perseguire un nuovo sistema di equilibrio che va raggiunto con una profonda innovazione senza la quale nelle società europee il parlamentarismo di tipo tradizionale rischia di essere travolto da una forma di neopopulismo".Il segretario del Pd sostiene che "non c'e' globalizzazione senza governo mondiale, perché globalizzazione e nazionalismo non stanno insieme ed è stato questo uno dei principali errori di Bush". Al tempo stesso,"per l'Europa questo rappresenta una grande sfida: abbiamo bisogno di favorire la costruzione di soggetti continentali e di un'Europa che parli con una voce sola", insomma è necessaria "un'Europa più forte".
lunedì 17 novembre 2008
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