sabato 22 novembre 2008

PROGETTO ZEROSEI. LA PROPOSTA DEL PD PER GARANTIRE IL DIRITTO ALL'ISTRUZIONE AI BAMBINI

20 novembre 2008
GOVERNO OMBRA Articolo
Progetto ZeroSei
Proposta PD per garantire il diritto all’istruzione ai bambini dalla nascita fino ai sei anni
37 milioni di bambini nel mondo esclusi dall’istruzione a causa della guerra. Oltre 250.000 minori impiegati in 17 conflitti armati come soldati, spie, facchini, cuochi, “mogli” dei combattenti e arruolati in eserciti non governativi in almeno 24 nazioni e territori.Sono queste le drammatiche cifre diffuse da
Save the Children in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia. L’organizzazione, affiancata da 31 premi Nobel, ha inviato una lettera aperta ai leader del mondo per sollecitare il rispetto della Convenzione del FanciulloSecondo l’analisi di Save the Children i bambini e le donne, negli ultimi 15 anni, hanno costituito l’80% delle vittime civili delle guerre. Almeno 2 milioni di bambini sono morti uccisi dal fuoco delle armi, mentre 6 milioni hanno riportato ferite, menomazioni o traumi psicologici. Allarmante anche la situazione italiana. Telefono Arcobaleno, associazione che da dodici anni lotta contro la pedofilia e la pedopornografia, rende noto che l’Italia si colloca al quinto posto nel mondo per uso di materiali pedopornografici, triplicato nel giro di appena quattro anni. Durante la sua attività, l’associazione italiana ha censito i volti di circa 35.000 bambini sui siti pedofili individuati, rilevando la spaventosa media di sette nuove vittime ogni giorno.Sui temi dell’infanzia è intervenuto il Presidente Giorgio Napolitano che, in un messaggio, ha dichiarato: “Ancora oggi, purtroppo, sono presenti in vaste aree del pianeta situazioni di grave sfruttamento dell’infanzia, specialmente dove persistono diffuse e antiche situazioni di sottosviluppo e di povertà e conflitti endemici fra le diverse etnie. Forte deve essere, pertanto, l’impegno delle organizzazioni internazionali nell’impedire ogni forma di sfruttamento che giunge fino all’impiego di adolescenti come soldati, e rimuovere gli ostacoli che impediscono condizioni di vita rispettose dei bisogni, dei diritti e delle aspirazioni dei minori”. Il Capo dello Stato si è, poi, espresso sulla situazione italiana: “Né possiamo ignorare che c’è molto da fare anche nel nostro paese: una maggiore e più generale consapevolezza delle numerose insidie presenti anche nelle società più evolute è indispensabile per contrastarle con la massima determinazione e offrire alle nuove generazioni la possibilità di crescere in condizioni di sicurezza e di serenità”.Sulla scia di Napolitano il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha sottolineato l’importanza di ascoltare le domande dei bambini e di non calpestarne i diritti, pena “una società senza avvenire”. Fini ha inoltre ricordato che “i figli degli immigrati, che spesso risiedono nel nostro Paese da anni, non dovranno essere, né sentirsi mai cittadini di serie B”.In netto contrasto con queste parole, quelle pronunciate da Silvio Berlusconi che, tornando sul tema delle classi-ponte, l’attivazione delle quali comporterebbe una separazione dei bambini stranieri da quelli italiani e l’obbligo soltanto per i primi di un esame d’ammissione, ha difeso la “mozione” e affermato che, a causa della scarsa conoscenza della lingua italiana, “l’insufficienza dei bambini stranieri è tripla rispetto a quella dei bambini italiani”.Intanto dal Partito Democratico arriva “ZeroSei”, un progetto di legge per garantire il diritto all’istruzione ai bambini dalla nascita fino ai sei anni. La proposta di legge è stata presentata nel corso della conferenza stampa di ieri sui temi dell’infanzia. Enrico Letta, ministro del lavoro, salute e politiche sociali nel governo ombra del PD, annuncia che “quello dei diritti dell’infanzia sarà uno degli argomenti portanti della conferenza nazionale sul welfare che il PD terrà il 27 e il 28 novembre e che, nella logica del partito, rappresenta un primo passo di un percorso più ampio”. Il partito democratico prevede, infatti, “un ciclo di conferenze a livello regionale che confluiranno nella conferenza nazionale di chiusura, prevista per la primavera del 2009”. Anna Serafini, presidente della commissione bicamerale dell’infanzia ha rilevato quanto l’Italia sia indietro rispetto alla normativa europea, secondo cui ogni paese dovrebbe garantire per i bambini inferiori ai tre anni il 33% dei servizi. Afferma: “L’Italia raggiunge, ad oggi il 12,3 %, contro il 73% della Danimarca e il 31% di Francia e Lussemburgo. Una situazione di forte ritardo perché si inserisce in una concezione della scuola e dell’istruzione, legata alla visione del nido come servizio sociale a domanda individuale e non come un servizio educativo”. E proprio per sopperire a queste gravi carenze il PD propone stanziamenti di 500 mln di euro per il 2009, 750 per il 2010 e 1500 per il 2011. Un’alternativa netta al piano Gelmini, che rappresenta “un salto indietro”, in quanto “in un’ottica meramente economicistica, non riconosce di fatto la scuola dell’infanzia come primo segmento del sistema di istruzione…inoltre, sono stati apportati pesanti tagli, 133 mln, alle scuole paritarie, che concorrono in modo positivo ad integrare il servizio della scuola pubblica”.Il Partito Democratico propone, inoltre, di costituire “un’anagrafe dei bambini di tre anni e di coordinare i servizi per la loro iscrizione alle diverse tipologie di scuola del sistema pubblico e paritario, attraverso il contenimento del fenomeno delle doppie e triple iscrizioni”. Infine, il PD si esprime positivamente sul ddl proposto dal governo per il Consiglio dei ministri, incentrato sulla figura del garante dell’infanzia. Letta condivide che “il governo si sia mosso finalmente in una direzione che è la nostra”. Aggiunge: “sarebbe negativo se il governo agisse a colpi di maggioranza. Da parte nostra c’è la disponibilità a partire dal nostro progetto”.Serafini, che nel pomeriggio incontrerà il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, afferma che il testo su cui si è lavorato nella scorsa legislatura è “stato largamente condiviso con gli operatori del settore” e si dice disponibile ad un “passaggio velocissimo alle Camere”, purché il testo sia “buono”, perché “i bambini devono essere tutelati e messi in condizione di esprimere la loro personalità”.

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