6 novembre 2008
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Si può aprire una nuova fase politica
Massimo D'Alema partecipa a YouDem
Dopo l'elezione di Obama, la voglia di cambiamento parte dall'America, arriva in Europa, in Italia e si diffonde in tutto il mondo. Quali sono i nuovi scenari e le strategie che ci attendono? Ne ha parlato Massimo D'Alema intervenendo in diretta dagli studi di YouDem.La vittoria di Obama. Per Massimo D'Alema la grande voglia di cambiamento che arriva dagli Stati Uniti “mai come questa volta si estende in tutto il mondo”. Un evento che tocca le attese, le speranze e gli assetti politici internazionali perché dimostra come fosse davvero “un cambiamento necessario”. “E' stata una vittoria schiacciante del Partito Democratico e non è solo per la forza personale di Obama. Ha vinto l'opposizione a Bush e al fallimento della sua amministrazione che ha portato l'America al centro di una guerra sbagliata, ridotto il suo prestigio internazionale e creato le condizioni della crisi economica mondiale”.Lo scenario europeo. D'Alema si mostra scettico all'idea che l'attuale Europa governata in prevalenza da forze conservatrici possa rimanere schiacciata dalla vittoria di Obama. “Ci troviamo di fronte al paradosso – ha dichiarato – di uno scambio di ruoli tra l'Europa, culla delle forze riformiste, e gli Stati Uniti, patria della politica neo-liberale. Gli Usa ora si trovano il prima fila per sconfiggere i conflitti e le diseguaglianze e l'Europa in difficoltà e non all'altezza a rispondere alle nuove sfide”. “Il socialismo europeo non viene schiacciato dalla vittoria di Obama. Basta pensare come la vittoria di oggi pone le sue basi nella coalizione di Clinton. Lo testimonia il fatto che parte dello staff di Obama è quello di Clinton. Il dato più importante è che la svolta americana ci pone davanti ad una grande sfida culturale e alla necessità di un ricambio generazionale. Obama è bianco, è nero, è veramente il primo leader globale. Ma pochi hanno posto l'accento che faccia parte di una nuova generazione”.Dove si colloca il PD in Europa. Per D'Alema “c'è un enorme provincialismo nella politica nell'informazione e nel Paese stesso. Tutto si misura in termini molto ristretti, troppo”. Per l'ex ministro degli Esteri il termine di confronto è mondiale e non limitato a piccoli panorama. “Se la vittoria ci spiazza? Meno male! Si apre una vera sfida al cambiamento. Una sfida di grande respiro che vada oltre i confini del socialismo europeo. Non riesco a pensare a chi avrebbe gioito della vittoria di McCain, forse solo un piccolo gruppo in Italia”. “Il PD è chiamato a parlare il linguaggio del nuovo secolo. Noi abbiamo costruito un partito che è all'avanguardia nel riformismo europeo”.Medio Oriente. D'Alema ha ricordato come l'amministrazione Bush sia stata l'unica a prendere ufficialmente l'impegno solenne di ratificare un patto di pace tra palestinesi e israeliani entro la fine del suo mandato. Una promessa non mantenuta che si aggiunge alle altre fallimentari imprese in politica estera di Bush. Una catena di crisi continue nel Medio Oriente. “Condivido quanto detto da Madeleine Albright: il problema non è il numero di soldati da mandare. Il problema è cambiare strategia. Non sarà facile per Obama venir via dall'Irak e dall'Afghanistan dove Karzai continua a denunciare gli attacchi sui civili”. “La chiave di volta – ha continuato - è la situazione israeliano-palestinese che rappresenta la ragione storica del rancore del mondo islamico contro l'Occidente. Non è più un conflitto nazionale, ora è uno scontro religioso. Ha, dunque, un'importanza fondamentale il carattere simbolico di costruire la pace a Gerusalemme, cuore delle religioni monoteiste. Con la pace tra i due storici contendenti, il fondamentalismo perderà una delle sue ragioni della sua esistenza, una delle sue bandiere”. Le soluzioni per D'Alema sono alla portata di mano. “La pace è scritta e comporta che si rispettino le risoluzioni del Onu. I confini territoriali vanno riportati a quelli stabiliti negli accordi del 1967; Gerusalemme sarà la capitale di due stati; occorrerà impedire che i profughi palestinesi possano tornare in massa a Gerusalemme rompendo gli equilibri ora raggiunti. Ripeto, le condizioni reciproche sono state già scritte. Sarà necessaria anche una presenza militare di sicurezza e aiuti economici di sostegno. Il problema sta nella volontà politica di realizzare tutto questo. Le soluzioni esistono tocca trovare il coraggio politico di applicarle”.La Russia. Nel clima di felicità che ha avvolto il mondo dopo la svolta americana, stona la politica aggressiva russa, in risposta allo scudo spaziale statunitense in Polonia, di ampliare la propria dotazione missilistica. Per D'Alema “esiste una tensione crescente molto preoccupante. Pesa l'accrescere di un nazionalismo assertivo che ritorna dopo l'epoca di Eltsin. Anche l'atteggiamento americano è sbagliato laddove mina gli equilibri tra le forze europee. Bisogna evitare l'escalation di provocazioni inutili che animano la tensione. Sono ottimista che in America si sta riflettendo su come applicare una politica più efficacie e meno muscolare”.Salire sul carro dei vincitori. D'Alema non vede eccessiva la trasposizione della vittoria di Obama nel panorama italiano soprattutto per quello che riguarda l'atteggiamento del PD. “È necessario mantenere un buon rapporto con gli Usa, basato sul rispetto reciproco anche davanti ai dissensi. Dà fastidio, invece, il travestirsi in seguaci di Obama nelle ultime ore. Berlusconi che dà consigli fa parte dello spettacolo, triste, di casa nostra. Mi auguro che il governo italiano collabori con gli Stati Uniti di Obama così come noi abbiamo fatto quelli di Bush”. “Il PD è felice per la vittoria di Obama, per la svolta internazionale e per il segnale positivo che ricadrà sull'opinione pubblica europea dove soffiava troppo forte il vento della destra. Noi sosteniamo le stesse idee di Obama, le stesse idee che McCain ha definito socialiste. A partire dalla vittoria, ci sentiamo più forti perché temi come quello della tutela dell'ambiente, del multilateralismo e della pace tornano al centro della politica internazionale.”La luna di miele di Berlusconi con il Paese si è incrinata soprattutto intorno alla scuola. Il governo sta cercando di correre ai ripari perché ha capito che si è rotto il rapporto con le nuove generazioni. A questo va aggiunto l'inadeguatezza a rispondere in maniera concreta alla crisi economica. Si può aprire una fase politica nuova, per il PD non è solo un'opportunità ma anche una grande responsabilità”.
sabato 8 novembre 2008
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