22 gennaio 2009 GOVERNO OMBRA - Copertina
Giustizia a servizio
La giustizia e le intercettazioni sono in cima all’agenda del Partito Democratico. “Questo governo non ha una politica della giustizia, è profondamente diviso e segue solo i voleri del presidente del Consiglio, con qualcuno che ogni tanto tenta di opporsi” afferma Lanfranco Tenaglia, ministri della Giustizia nel governo ombra del PD.Già perchè è senza fine il tango di Berlusconi sulle intercettazioni. Il cavaliere torna sul tema per confondere le acque a chi cerca di farsi un’idea chiara sull’argomento, affermando candidamente di non volere fermare le intercettazioni, ma di volerle soltanto circoscrivere “ai casi di reato già provato, per poter aumentare le prove a carico”. In pratica le intercettazioni non potranno più essere utilizzate per accertare un reato, ma solo per incrementare le accuse a carico dell’imputato. La maggioranza giustifica questa grave limitazione affermando, per bocca del ministro della Difesa,Ignazio La Russa, che essa riguarderà soltanto i “reati bagatellari, di nessuna importanza”. Evidentemente La Russa considera di minore rilevanza reati come sequestro di persona, violenza sessuale, rapina, usura ed estorsione, solo per citarne alcuni. E il dovere di cronaca impone di ricordare che fra i reati non intercettabili sarebbe compreso anche quello di corruzione in atti giudiziari, contestato a Silvio Berlusconi nel’ormai celebre processo Mills, sicuramente una coincidenza.“Venerdì prossimo la montagna di divisioni della maggioranza partorirà il topolino di un provvedimento sulle carceri, – ha aggiunto Tenaglia - l’emergenza carceri c’è ma ci vuole un intervento incisivo, risorse economiche e umane. Se invece si tagliano i fondi, la nomina di un commissario servirà solo come alibi per nascondere il fallimento”. Il ministro ombra si è poi espresso sulla questione intercettazioni: “Si annuncia una virata a 360 gradi sul problema dei reati intercettati, e certamente noi non la consentiremo, ci opporremo ad una virata per fare entrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta . il limite temporale alle intercettazione deve esserci, m,a deve essere logico, 45 giorni sarebbe un danno enorme. Con questo limite – ha concluso- Provenzano sarebbe ancora libero”. E nelle continue smentite della maggioranza, Antonello Soro, capogruppo PD alla Camera, intravede l’ombra dei dissapori da cui essa è pervasa: “Da tre mesi Berlusconi annuncia che nel prossimo Consiglio dei ministri verrà approvata la riforma della giustizia: è evidente che c’è una divisione nella maggioranza e questo ci preoccupa”. Si esprime invece favorevolmente in merito all’apertura del governo che ha accolto le proposte del PD sui reati della Pubblica Amministrazione, “anche se,- conclude- restano molte distanze”.E proprio su queste distanze il Partito democratico darà battaglia all’esecutivo all’interno delle aule parlamentari e della commissione Giustizia, a partire da subito. Sono già stati presentati 70 emendamenti al ddl del governo in materia di intercettazioni, all’interno dei quali, si prevede l’abbassamento della soglia al di sotto della quale le intercettazioni non sarebbero consentite o sarebbero pesantemente limitate. “Gli emendamenti del Pd – spiega Donatella Ferranti- puntano ad ampliare al massimo la categoria dei reati per i quali possono essere richieste e stabiliscono che le intercettazioni, se rilevanti, possano essere utilizzate anche in altri procedimenti penali. Inoltre, se poi risultino comprovate, non potranno essere limitate nel tempo”.Le proposte del Partito democratico, inoltre, tengono conto delle preoccupazioni espresse dal procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, che nel corso di un’audizione parlamentare si era detto contrario all’abrogazione di un articolo del decreto legge 151/91 che consente di usare strumenti più agili ed efficaci per le intercettazioni telefoniche e ambientali quando si tratti di reati di mafia. Il PD chiede che tale articolo resti in vigore. Nel corso della conferenza stampa convocata dal PD in mattinata viene toccato anche un altro tema caldo: la pubblicazione degli atti giudiziari. La posizione del Partito Democratico media tra l’intransigenza del ddl Alfano, che pone il divieto di pubblicare ogni atto d’indagine, anche riassunto, fino al dibattimento, e gli abusi che si sono avuti finora. I democratici propongono di mantenere il divieto ma solo fino alla conclusione delle indagini preliminari. Quando alla fine della conferenza, i giornalisti fanno notare a Tenaglia come in queste ore si stiano diffondendo voci di un’ apertura da parte della maggioranza, spesso seguite da rapide smentite, il ministro ombra tenaglia taglia corto: “Il confronto si deve fare in Parlamento ed è qui che attendiamo le proposte del centrodestra”.
giovedì 22 gennaio 2009
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