sabato 31 gennaio 2009

INTERCETTAZIONI: LIMITI SU LIMITI

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Intercettazioni: limiti su limiti
Berlusconi, Alfano e la Lega. Tutti assieme per smantellare un fondamentale strumento investigativo
Intercettazioni sì, intercettazioni no. Anzi forse. Con le nuove disposizioni volute dal Pdl e dalla Lega, il ddl sicurezza pone limiti su limiti all'uso delle intercettazioni. Limite temporale pari a due mesi. Limite di merito ossia sono se esistono "gravi indizi di colpevolezza" e non più semplici "indizi di reato", come prevede la normativa ancora vigore oggi. Verranno inoltre esclusi dall'elenco dei reati per cui saranno autorizzate le intercettazioni, l'insider trading, la manipolazione del mercato azionario, e l'aggiotaggio. Trenta giorni di carcere o ammenda dai 3 mila ai 10 mila euro per i giornalisti che pubblicheranno le intercettazioni. Queste sono le principali aggiunte ad una norma che sembra essere nella sostanza confermata. Ad eccezione della pornografia minorile, il contrabbando, i delitti contro la pubblica amministrazione e i reati concernenti sostanze stupefacenti e armi, potranno essere oggetto di intercettazioni solo i reati con pene superiori ai 5 anni. Intercettabili anche i reati di ingiuria, minaccia, usura, abusiva attività finanziaria, molestia o disturbo delle persone con il mezzo del telefono, lo stalkingL'unico ad essere entusiasta della riforma è il Guardasigilli Angelino Alfano felice di avere svolto il compito assegnatogli dal premier con grande celerità dopo lo stallo dei giorni scorsi. Né il PD, né l'Associazione nazionale magistrati sono dello stesso parere.
"La legge sulle intercettazioni non va assolutamente bene". Lo ha ribadito Walter Veltroni che a margine dell'inaugurazione della sede piemontese del PD. "Dire che si possono fare le intercettazioni solose ricorrono le condizioni di gravi indizi e' un errore perché le intercettazioni si fanno per appurare se esistono gravi indizi di colpevolezza, quindi la legge non va proprio bene".
"La nostra proposta é diversa - ha spiegato ancora il leader del PD - è che i magistrati usino le intercettazioni per tutti i reati allo scopo di accertare la verità poi queste intercettazioni non devono finire sui giornali, che è una elementare norma di tutela e di garanzia della privacy e dell'onorabilità dei cittadini".
"Siamo sconcertati, dopo tanta attesa il governo ha presentato un testo peggiore del precedente, che subdolamente reintroduce la possibilità astratta di sottoporre ad intercettazioni chi commette reati tra i 5 e i 10 anni, ma che in realtà limita gravemente il potere investigativo della polizia giudiziaria e della magistratura inquirente. Nel merito, la richiesta di 'gravi indizi di colpevolezza' per attivare le intercettazioni comprime fortemente la possibilità di utilizzarle efficacemente” ha dichiarato la capogruppo del PD nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti. “Un'ipotesi gravissima – ha continuato - che rivela il vero modo in cui Pdl e Lega considerano le intercettazioni: un accessorio delle indagini e non uno strumento essenziale per la ricerca della prova in presenza di gravi indizi di reato Inoltre, il presupposto dei gravi indizi di colpevolezza e' quello che giustifica le misure cautelari. Non si capisce allora perché si dovrebbero avviare le intercettazioni. Diciamoci la verità - sottolinea - il vero scopo di questa legge non è la tutela della riservatezza dei cittadini ma quella di impedire indagini serie per i gravi reati contro la pubblica amministrazione. Altro che accordo di maggioranza, questo è un attacco alla sicurezza di tutti i cittadini e alla trasparenza della gestione della cosa pubblica”. “Inoltre – ha proseguito la Ferranti - mi sembra assurdo e risibile che in caso un autore ignoto di reato sia solo la parte offesa a poter richiedere l'intercettazione e, tra l'altro, solo della propria utenza. Una privatizzazione delle indagini che contrasta con il principio dell'obbligatorietà dell' esercizio dell'azione penale e che lega le mani agli organi di investigazioni. Infatti - si chiede - nel caso di scarico di rifiuti tossici, o in presenza di altri reati ambientali e satelliti in cui la parte offesa è difficilmente identificabile, o magari compressa dalla paura o dalla minaccia, chi chiederà le intercettazioni”?"Questo testo – ha concluso la Ferranti - non evita l'uso strumentale delle intercettazioni ma bloccherà l'efficace contrasto alla criminalità. Il Pd presenterà in commissione radicali proposte di modifica al testo del governo, ma nel caso non fossero accolte,voteremo contro. Non ci presteremo a distruggere il sistema investigativo"."Vedremo e valuteremo, quella delle intercettazioni è una materia molto delicata. Io credo che il punto di partenza saggio sarebbe il testo che è stato approvato dall'aula della Camera due legislature fa". Lo ha dichiarato Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del PD al Senato."Vorrei mettere subito in chiaro che è inutile montare polemiche strumentali sul caso Genchi per giustificare qualunque norma di restrizione sulle intercettazioni telefoniche e sulle intercettazioni ambientali - sottolinea - Il caso Genchi va trattato con la dovuta cautela e con l'approfondimento necessario, e certo ci vuole un serio approfondimento su quello che è avvenuto, ma teniamolo distante dalla riforma delle norme sulle intercettazioni telefoniche. E' un'altra partita, va guardata con grande attenzione, bisogna tenere insieme le libertà dei cittadini e le possibilità di investigazione. Non nego che si sia ricorso tavolta troppo alle intercettazioni telefoniche, evitando così altri strumenti di indagine più faticosi e meno immediati. Però non metterei in correlazione, come mi pare stia facendo il Presidente Berlusconi, le vicende di cronaca legati all'affare Genchi con questa riforma. Capisco che si voglia creare nell'opinione pubblica un senso diffuso che appoggi qualunque restrizione rispetto alle intercettazioni telefoniche, ma esse sono molto spesso essenziali ai fini delle indagini. L'unica buona notizia - ha concluso Anna Finocchiaro - è che sono rientrati i reati contro la Pubblica amministrazione tra quelli per i quali si possono disporre le intercettazioni". “Così hanno vanificato un fondamentale strumento investigativo. Così la magistratura inquirenterischia di chiudere. Di molti reati, a cominciare dalla corruzione, non si scoprirà più il colpevole". Lo ha dichiarato Luca Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati e pm a Roma, inun'intervista a “ la Repubblica”."Nessun pm - continua il leader Anm- potrà più chiedere un'intercettazione, se si prevede che debbano essere necessari, per ottenerla, i 'gravi indizi di colpevolezza'. Quando io, come pm, hogià in mano dei 'gravi indizi di colpevolezza' nei confronti di un soggetto significa che non ho più bisogno di mettere un telefono sotto controllo perché sono già in possesso di elementi sufficienti per chiudere l'indagine o, addirittura, se sussistono le esigenze cautelari, per chiedere l'arresto"."Inserire quella formula nel codice produce, al contrario - ha osservato Palamara - un effetto estremamente negativo perchè impedisce di accertare i crimini quando i 'gravi indizi' ancora non ci sono. Faccio un esempio: se nell'inchiesta di Guidonia fossero stati necessari i 'gravi indizi di colpevolezza' per ottenere le intercettazioni contro il gruppo degli stupratori, i colleghi non avrebbero potuto ottenerle perche' gli elementi acquisiti ancora non rientravano nella categoria indicata adesso dal governo".

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