22 gennaio 2009 PRIMO PIANO - Articolo
Villari, fine delle trasmissioni
I presidenti di Camera e Senato revocano i componenti della Commissione di Vigilanza Avendo accertato l'assoluta impasse che regna da tempo a Palazzo Macuto e dopo le dimissioni di 37 commissari su 40, i presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani hanno inviato le lettere di revoca a tutti i componenti della Commissione di Vigilanza Rai. Con questa decisione di rigetto, dovrebbe aver fine ad una tra le più infime pantomime degli ultimi mesi: l'elezione di Riccardo Villari a presidente della Commissione parlamentare.A seguito della revoca dei commissari, dopo il voto favorevole delle giunte per il Regolamento di Camera e Senato, la prossima mossa sarà quella di rinnovare interamente la composizione della Commissione a due mesi dall'elezione, a dir poco, non ortodossa.In una nota Fini e Schifani hanno motivato la loro scelta “per risolvere una non più sostenibile situazione di paralisi dell'organo parlamentare. Erano a rischio i valori costituzionali primari come la libertà di manifestazione del pensiero e il pluralismo. È stato preso atto dell'esito infruttuoso di tutti i tentativi posti in essere per giungere a una soluzione politica della vicenda e di aver sottoposto alle due Giunte per il Regolamento la situazione, straordinaria ed eccezionale. Le Giunte hanno deliberato due pareri di analogo contenuto con i quali riconoscono esclusivamente ai presidenti delle Camere il potere di procedere al rinnovo integrale di tale organo, da esercitare tempestivamente". I presidenti hanno comunicato la revoca dai loro incarichi anche agli unici commissari non dimissionari: Marco Beltrandi, Luciano Sardelli e lo stesso Riccardo Villari. Spetterà ai gruppi parlamentari la nuova designazione dei componenti della Commissione.Il prossimo presidente, quasi certamente, sarà Sergio Zavoli, senatore del PD e uomo di grande prestigio. “Ripartiamo dalla convergenza trovata su Sergio Zavoli quale candidato alla presidenza” ha dichiarato Marina Sereni vice capogruppo PD. “Aspettiamo che i presidenti Fini e Schifani valutino i pareri espressi dalle Giunte e prendano insieme una decisione. Siamo impegnati, come Partito Democratico, a eliminare qualsiasi ostacolo perché si arrivi presto a una soluzione che permetta alla Commissione di Vigilanza di cominciare a svolgere le proprie importanti funzioni di garanzia”.Per Giovanna Melandri, ministro delle Comunicazioni del governo ombra, “si sta finalmente mettendo un punto ad una vicenda penosa. Con una nuova commissione di Vigilanza, presieduta dal senatore Zavoli, si potrà ricominciare a lavorare. La priorità è la riforma della Rai, del suo assetto, del suo modello di governo e anche della sua funzione sociale e culturale nell’era digitale.Continuo a ritenere che rinnovare il vertice della più grande impresa culturale del Paese con l’attuale legge sarebbe un grave errore e vorrebbe dire voler del male alla Rai. Nessun servizio pubblico, in Europa, reggerebbe l’urto di un simile modello di governo che legittima l’ingerenza dei partiti limitando, allo stesso tempo, l’efficienza e la capacità strategica dell’Azienda”. E Villari come l'ha presa? “Non so che dire... Non intendo commentare”, sono state le sue prime parole. Ma continua a fare orecchie da mercante convocando la Commissione il prossimo venerdì. Nell'ordine del giorno si legge “comunicazioni del presidente e conseguenti determinazioni”. Qualcuno dovrebbe avvisarlo che la revoca è effettiva. Si spera che non voglia trasformare Palazzo Macuto nella casa degli specchi, piena dei riflessi della sua immagine. Sola
giovedì 22 gennaio 2009
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