13 gennaio 2009 PRIMO PIANO - Articolo
Sul dl anticrisi è scontro nella maggioranza
Duro botta e risposta tra Fini e Berlusconi Scontro aperto nella maggioranza. Dopo il botta e risposta sulla proposta di tassare i permessi di soggiorno per gli imimigrati, il presidente della Camera Gianfranco Fini torna ad attaccare il premier Silvio Berlusconi, dopo che il governo ha annunciato di voler porre la fiducia sul decreto “anticrisi”. E le accuse sono pesanti. "In tanti anni – ha replicato Fini all'annuncio di Palazzo Chigi - ho avuto modo di ascoltare le molteplici ragioni per le quali il governo, avvalendosi di una sua esplicita prerogativa, ha deciso di porre la questione di fiducia", ma "è la prima volta che ascolto porre la questione di fiducia da parte del rappresentante del governo in onore del lavoro della commissione, è la prima volta che sento dire che viene posta la questione di fiducia in omaggio alla centralità del Parlamento. Il rispetto della centralità del Parlamento e della sua funzione nel procedimento legislativo - ha ricordato - non si limita all'omaggio del lavoro fatto in commissione ed impedendo ai deputati di pronunciarsi in Aula su un testo". Parole pronunciate tra gli applausi delle opposizioni”. Silvio Berlusconi ha immediatamente liquidato la questione: “Abbiamo giudicato la fiducia sul dl anticrisi indispensabile”, ha detto il premier, salvo poi incassare la risposta al vetriolo del Presidente della Camera. “La fiducia era certamente indispensabile, ma per problemi politici connessi al dibattito interno alla maggioranza” ha risposto Gianfranco Fini.Il Presidente della Camera mette in evidenza quello che ormai ha assunto i contorni di un vero e proprio problema politico interno alla maggiornaza di centrodestra, incassando il plauso dell'opposizione. Concorde il segretaio del PD Walter Veltroni: “la fiducia sanziona la grande difficoltà che c'è nella maggioranza”. “Noi, - ha dichiarato il capogruppo PD alla Camera Antonello Soro - chiederemo, ai sensi della prassi inaugurata dal presidente Iotti, di poter illustrare i nostri dieci emendamenti in aula. C'è un solo motivo per cui il governo pone la fiducia: perché non si fida della sua stessa maggioranza”.Non accenna a diminuire dunque il botta e risposta tra Palazzo Chigi e la Presidenza della Camera, in una vicenda che assume sempre più i caratteri di uno scontro istituzionale. Secondo Walter Veltroni “ha fatto bene il presidente della Camera a richiamare le prerogative del Parlamento. Questa fiducia costituisce uno strappo consistente anche nella prassi della vita parlamentare, è immotivata quando ci sono solo venti emendamenti”
martedì 13 gennaio 2009
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